Mattia Moreni (Pavia, 12 novembre 1920 – Brisighella, 29 maggio 1999) è stato uno scultore e pittore italiano.
Durante gli studi all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, propose immagini di indole introspettiva con accenti espressionisti.
All'inizio del 1946 risale la sua prima mostra personale alla galleria La Bussola di Torino, con dipinti e disegni del periodo in cui un espressionismo visionario ed evocazioni destabilizzanti si concretizzavano in immagini di ravvicinate composizioni di frutta o animali.
A partire dalla seconda metà degli anni ‘40, la personalità di Moreni schivava le dialettiche interne al panorama artistico italiano, mosse dal Fronte Nuovo delle Arti ed appare impegnato a metabolizzare le sollecitazioni neocubiste in chiave non figurativa, aprendosi a un dialogo di più matrice internazionale che nazionale. Nel corso del 1948 la sua ricerca virò verso una sintesi astrattiva che apparve evidente nelle mostre alla Galleria del Milione di Milano del 1947 e del 1949 e alla Biennale di Venezia del 1950. L'iconicità delle opere di Moreni si rivelò ben presto come il tramite per il riconoscimento internazionale che in questi anni si traduceva con le partecipazioni alla I Biennale di San Paolo in Brasile del 1951 e nel 1952, alla II Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea a Milano, in un’esposizione a Manchester e di nuovo alla Biennale di Venezia a cui questa volta Moreni partecipò su invito di Lionello Venturi, che lo presentò in chiave di “astratto/concreto” all'interno del Gruppo degli Otto, a cui Moreni aderì per un periodo.
In questi anni Moreni andò oltre le analogie meccaniche astratte del primo periodo, entrando in un nuovo livello di tensione emotiva. Nel 1954 ricevette da Francesco Arcangeli il Premio Spoleto ed in poco più di dieci anni venne considerato fra i protagonisti più giovani dell'Informale europeo. Si susseguirono i riconoscimenti a livello internazionale, così come le partecipazioni alla II Biennale di San Paolo del Brasile del 1953-54 e a Documenta I a Kassel nel 1955. Alla nuova poetica iconico-emblematica, subentrò nei dipinti del 1955 una spinta gestualità dei segni e della materia, che si rese manifesta con le opere per una sala personale alla Biennale di Venezia del 1956 e a Documenta II a Kassel del 1959. Nel 1956 si trasferì a Parigi, dove approfondì le proprie ricerche per circa un decennio. L'apice materico e gestuale di partecipazione informale, si realizzò completamente fra il 1957-1959. Nel corso del 1960, il gestualismo materico si addensò facendo rendere riconoscibile la forma.
Nel 1963 gli venne dedicata una mostra antologica itinerante in Europa che toccò tra l'altro il Museum Morsbroich di Leverkusen e che proseguì tra il 1964, con tappa al Kunstverein di Amburgo, e l'inizio del 1965, introdotta da un catalogo curato da Arcangeli dove emergeva un percorso che dai simulacri di figure umane passava ad alberi, da nuvole a cartelli, baracche e qualche campo, e che venne arricchita nel Museo Civico a Bologna con significative aggiunte di Angurie. Gli Alberi, figuralmente espliciti, saranno presenti anche nella sala nella XXXVI Biennale di Venezia del 1972.
Le angurie antropoidi rappresentavano il disfacimento e la decadenza dell’uomo contemporaneo; la regressione della specie umana si manifestava, però, anche in immagini, come nella serie dei macro sessi femminili, o in complessi insiemi di simboli tra i quali l’abbinamento umanoide-computer.
Al tema del rapporto uomo-macchina-computer Moreni dedicò l'ultima fase della sua attività.
La sua ultima opera si svolge per gran parte in Romagna, dove creò cinque autoritratti, attualmente locati nella Galleria Vero Stoppioni, una non-anguria – composizione, in ferro dipinto del 1976, e la monumentale Mistura del 1984. Moreni è considerato uno degli artisti più innovativi, sia intellettualmente sia espressivamente, di immagini materiche dense di pittura.
Le sue opere arricchiscono tutt’oggi le collezioni di musei italiani e internazionali, tra gli altri: la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il MAMBo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, il Museo del Novecento di Milano.