Franco Gentilini (Faenza, 4 agosto 1909 – Roma, 5 aprile 1981) è stato un pittore italiano. Dopo essere stato a bottega da un ebanista intagliatore, nel 1925 si recò a Bologna dove incontrò il pittore Giovanni Romagnoli, titolare della cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti della città, al quale mostrò i suoi disegni. Romagnoli fu colui che gli diede i primi consigli e che lo incoraggiò a proseguire.
Nel 1930 compì il suo primo viaggio a Parigi dove rimase per circa un mese per vedere gli impressionisti e due anni dopo si traferì definitivamente a Roma dove frequentò l’ambiente letterario del Caffè Aragno, venendo così in contatto con artisti e letterati. Sempre a Roma, nel 1931 nell’ambito de La Galleria, tenne la sua prima mostra personale.
Gli anni ’30 per Gentilini sono anni importanti, anche per la sua partecipazione a numerosi premi, a Biennali e Quadriennali, grazie soprattutto alla sua copiosa produzione che gli ha permesso di avere a disposizione un ingente numero di quadri.
Nelle sue opere possiamo notare dei temi ricorrenti come le cattedrali, i battisteri, i giocolieri e suonatori ambulanti e paesaggi dalle prospettive irregolari. Gentilini è l'artista della joie de vivre, nonostante ritraesse anche un mondo frantumato dalla seconda guerra mondiale.
Altri soggiorni parigini, lo aiutarono ad elaborare uno stile in cui trovarono spazio anche le influenze del cubismo e del surrealismo di Chagall quanto delle ricerche materiche, contribuendo in tal modo ad allontanarlo dai colori argentei e impastati di luce delle opere giovanili.
Gli anni ’50 furono anni densi di soddisfazioni per Gentilini che ricevette premi e riconoscimenti pubblici atti a confermare la sua fama, come il premio “Vie Nuove” per la pittura e la sua personale a Parigi presso la Galerie Rive Gauche; inoltre nel 1954 si legò per contratto al mercante Carlo Cardazzo che fu tra i suoi principali promotori anche all’estero.
Con il passar degli anni la pittura di Gentilini si fa scarna e scabra, il colore viene miscelato con la colla e la sabbia, la realtà sfuma in immagini surreali, ma al tempo stesso antiche, tra gioco e ironia, talvolta con un ingenuo primitivismo che accende le discussioni dei critici. Dagli anni ’60 in poi, innumerevoli sono le mostre personali e collettive cui partecipa in Italia e in tutto il mondo. Le sue opere sono conservate nei maggiori musei italiani e internazionali, tra i quali la Galleria Nazionale d'Arte Moderna, gli Uffizi e i Musei Vaticani.