Giorgio Morandi (Bologna, 20 luglio 1890 – Bologna, 18 giugno 1964) è stato un pittore e incisore italiano. Fu uno dei protagonisti della pittura italiana del Novecento ed è considerato tra i maggiori incisori mondiali del secolo. Nacque in una famiglia della piccola borghesia cittadina, il 20 luglio 1890.
Dimostrando una precoce predisposizione artistica, nel 1907 si iscrisse all'Accademia di Belle Arti della sua città, diplomandosi nel 1913. Gli ultimi due anni di Accademia furono caratterizzati da vivaci contrasti con i professori, perché il giovane Morandi, che già dipingeva opere rimarchevoli, stava approfondendo un proprio linguaggio, contestando i modelli pittorici proposti dalla cultura del tempo.
Dopo un viaggio studio a Firenze, confermò la sua ammirazione per la grande arte italiana e considerava suoi maestri i primitivi Giotto, Masaccio, Paolo Uccello, mentre i suoi riferimenti fra gli artisti contemporanei erano i pittori d'oltralpe da Paul Cézanne a Henri Rousseau, da Pablo Picasso a André Derain. Le prime opere di Morandi, che tenne la sua prima esposizione nel 1914, risentivano fortemente dell'influenza di Cézanne e di Rousseau, fu solo nelle opere fra il 1914-15 che Morandi si aprì con le sue nature morte, alle esperienze del Cubismo e del Futurismo.
Morandi era un artista molto riservato che viveva e lavorava in un volontario isolamento, cosa che creò il mito di un Morandi "monaco laico", esclusivamente intento alla creazioni dei suoi oggetti di "bellezza" nel chiuso del suo studio. Nel 1918 Morandi fu attratto dalle opere metafisiche di Carrà e de Chirico, che vedeva riprodotte sulla rivista "La Raccolta", fondata da Giuseppe Raimondi e realizzava opere di genere metafisico, ma si trattò solo di una breve parentesi, infatti alla fine del '19 riprese a dipingere nature morte e paesaggi in stile realistico.
Negli anni ‘20 le opere di Morandi si iniziarono a fare più plastiche: cominciò l'epoca delle nature morte, della metafisica degli oggetti più comuni come vasi, bottiglie, caffettiere, fiori, che, posizionati su un tavolo, diventano i veri protagonisti della scena.
Anche se il pittore non si spostò mai da Bologna, non restò escluso dal dibattito intellettuale e dal confronto con altri artisti e nel 1921 partecipò alla mostra di "Valori Plastici" a Berlino e tra il 1926 ed il 1930 prese parte a diverse mostre di "Novecento".
Insegnante nelle scuole comunali di disegno, nel febbraio del 1930 ottenne per "chiara fama" e "senza concorso" la cattedra all'Accademia di Belle Arti di Bologna dove insegnò tecniche dell'incisione fino al 1956. Morandi espose alle Biennali veneziane ed alle Quadriennali romane facendo parte per alcuni anni della commissione di accettazione.
Nel 1939, alla terza edizione della Quadriennale, Morandi ebbe un'intera sala personale con 42 oli, 2 disegni e 12 acqueforti, ottenendo il secondo premio per la pittura e scatenando varie polemiche.
Per sfuggire ai disagi della città, durante la Seconda Guerra Mondiale Giorgio Morandi si ritirò nel paese appenninico di Grizzana, dove diede vita alla grande stagione dei "Paesaggi" e "Nature morte".
Nel dopoguerra, ormai considerato uno dei maggiori pittori contemporanei, affermato nei più esclusivi ambienti internazionali, ottenne vari riconoscimenti e tenne prestigiose mostre.
Si aggiudicò il primo premio per la pittura alla Biennale di Venezia nel 1948, il premio per l'incisione nel 1953 ed il premio per la pittura alla Biennale di Saõ Paulo nel 1957.
Negli anni della maturità ritornò all'acquerello, tecnica già usata occasionalmente in gioventù con risultati eccezionali. Negli ultimi anni di vita lavorò appartato nel suo studio di Bologna e solo nel 1956 il pittore andò a Zurigo per vedere la mostra antologica di Cézanne, uno dei pittori che più ammirò in gioventù.
Continuò ad esporre all'estero a New York nel 1957, a Siegen nel 1962, dove vinse il Rubenspreis, ed a Ginevra nel 1963.